San Francesco da Paola è una delle figure più venerate della tradizione cristiana, noto per la sua vita ascetica, i miracoli attribuiti alla sua intercessione e la fondazione dell’Ordine dei Minimi.
Le origini e la chiamata alla vita eremitica
Francesco nacque il 27 marzo 1416 a Paola, in Calabria. Fin dalla giovane età mostrò una profonda inclinazione alla vita spirituale e un forte desiderio di consacrarsi a Dio. Dopo un breve periodo trascorso in un convento francescano, decise di intraprendere una vita di solitudine e preghiera.
Nel 1435, si ritirò in una grotta nei pressi di Paola, dove presto altri seguaci si unirono a lui, attratti dalla sua santità e dallo stile di vita austero. Così nacque la comunità che in seguito avrebbe dato origine all’Ordine dei Minimi, caratterizzato da umiltà, digiuno e preghiera costante.
I miracoli di San Francesco
San Francesco da Paola è noto per numerosi miracoli che gli sono stati attribuiti sia in vita che dopo la morte. Tra i più celebri vi è l’episodio dell’attraversamento dello Stretto di Messina. Si narra che, non trovando un barcaiolo disposto a trasportarlo, il santo distese il suo mantello sull’acqua e vi salì sopra, attraversando il mare camminando sulle onde.

Oltre ai miracoli legati alla natura, si racconta che San Francesco compisse guarigioni miracolose e predicesse eventi futuri. Il suo carisma attirò l’attenzione di molte persone, inclusi nobili e sovrani.
Il miracolo della resurrezione di “Martinello”
Martinello è il nome che S. Francesco ha dato a un agnellino che lo segue sempre e a cui è molto affezionato. Durante i lavori per la costruzione della chiesa a Paola, alcuni operai glielo rubano e dopo averlo sgozzato e mangiato, ne gettano la pelle e le ossa nella fornace della calce.
Appena Francesco lo viene a sapere, si reca all’imboccatura della fornace e grida: “Martinello, Martinello, vieni qua”. Subito l’agnellino esce dalle fiamme sano e in vita e, come era solito fare, prende il cibo dalle mani di lui.
Per ricordare questo miracolo, nelle icone il Santo viene rappresentato con in braccio un agnellino.
Il miracolo della Fornace in fiamme
Durante la costruzione del convento, all’improvviso si sviluppa un incendio nella fornace dove i frati stanno preparando i mattoni,. Le fiamme crescono a dismisura e in breve divorano pareti e travi, al punto che l’intero soffitto è ormai in procinto di cadere, col rischio di perdere ogni cosa. Inutilmente gli operai cercano di opporsi alla furia del fuoco, cercando di chiudere le crepe con l’utilizzo di pietre e terra.
Non sapendo più che fare, chiamano il Santo, il quale subito si accorge della gravità della cosa, ma tranquillizza tutti dicendo: “Per carità figlioli non v’affliggete, perché non cadrà la fornace, andate intanto a far colazione, che Iddio rimedierà al bisogno”.
Mentre si allontanano, i frati vedono Francesco entrare nella fornace in mezzo alle fiamme.
Al loro ritorno lo ritrovano incolume, sano e salvo, di fronte alla fornace che è tornata come nuova, senza alcun segno di abrasione. Agli operai che attoniti si gettono ai suoi piedi Francesco, con le lacrime agli occhi, dice: “Per carità, figlioli, ringraziamo la divina bontà, la quale sta sempre pronta a comunicare le sue grazie anche a quelli che ne sono indegni”
Il miracolo della fonte della “cucchiarella”
Durante la costruzione del convento, essendo scomodo e fastidioso ricorrere al torrente Isca per approvvigionarsi di acqua, si necessita che vi fosse una fontana nei paraggi della struttura in costruzione e la cosa ha suscitato anche la mormorazione di non pochi frati. Francesco colpisce con un bastone una roccia, che si apre immediatamente facendo sgorgare una sorgente viva di acqua. Quest’acqua è attinta con con l’utilizzo dei mestoli e dei cucchiai: da qui il nome “cucchiarella” dato alla fonte dai fedeli che la reputano curativa.

L’incontro con il re di Francia
Nel 1483, su richiesta di Papa Sisto IV, San Francesco si recò in Francia alla corte di Luigi XI, che si trovava in gravi condizioni di salute. Il re sperava in una guarigione miracolosa, ma il santo lo esortò piuttosto a prepararsi con fede alla morte. In Francia, Francesco fondò diversi monasteri dell’Ordine dei Minimi, diffondendo il suo messaggio di umiltà e penitenza.
La morte e la canonizzazione
San Francesco da Paola morì il 2 aprile 1507 a Tours, in Francia. La sua fama di santità era già diffusa in tutta Europa, e nel 1519 fu canonizzato da Papa Leone X.
Il culto e l’eredità spirituale
Oggi San Francesco da Paola è venerato come patrono della Calabria, della gente di mare e dell’Italia meridionale. Il suo ordine, i Minimi, continua a portare avanti la sua missione di preghiera e carità. Il suo esempio di umiltà e fede continua a ispirare milioni di fedeli in tutto il mondo.
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